sabato 26 novembre 2022

Il Respiro della Foresta

Il respiro della foresta è un viaggio scientifico e spirituale nelle foreste tropicali dell’Africa e dell’Asia, il racconto emozionante di come la frequentazione di questi straordinari ecosistemi abbia formato una coscienza ecologica “integrale” e determinato la consapevolezza della necessità di azioni urgenti e concrete per arginare l’opera di distruzione che gli esseri umani stanno infliggendo alla propria casa comune.

Uno strumento utile per viaggiatori, educatori e ragazzi che vogliono andare alla scoperta della complessità degli equilibri che regolano la stabilità ecologica e climatica del nostro pianeta. Un appassionato tentativo di dimostrare come tutto sia collegato, e perché ciò che accade nelle foreste pluviali è determinante per il futuro della nostra specie.

La foresta pluviale tropicale è la realtà più complessa della quale un uomo comune possa fare esperienza su questo pianeta. Una camminata nella foresta pluviale equivale a una passeggiata nella mente di Dio” Biruté Galdikas

Il Respiro della Foresta può essere acquistato su:

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Il Libraccio

 

Sete di giustizia


Si è investiti immediatamente dai problemi della gente di Wajir , non è necessario un tempo lungo per comprenderli. Da anni non piove in maniera significativa, l'acqua è una risorsa scarsa e quindi molto preziosa. Trovare il cibo con cui sfamarsi, per la maggioranza somala della popolazione, è una lotta quotidiana che non sempre viene vinta. Non c'è lavoro e quindi fonti di reddito. "Ninasukuma maisha" - racconta Bilai "trascino la vita come posso". L'istruzione è la strada più efficace per cambiare il corso della vita di sé e della propria famiglia. Purtroppo il circolo vizioso della povertà la rende inaccessibile per molti, troppi. Coloro che riescono a trovare i soldi per frequentare la scuola sono costretti a sedersi sulla sabbia fissando una lavagna appoggiata ad un albero, perché le scuole hanno un tragico problema di infrastrutture. L'istruzione pubblica è scarsa, quella privata è molto costosa. Un enorme numero di diversamente abili cerca un posto nella società. Questa parte incredibilmente grande della popolazione è alimentata dalla malnutrizione delle madri, dalle mutilazioni genitali femminili, dalla consanguineità.

Gli anziani non autosufficienti sono una zavorra della quale le famiglie faticano a farsi carico; per questo molti sono abbandonati a sé stessi, soli a fare i conti con la propria fame e sete.


La vastità di questi problemi è schiacciante e una disperata impotenza si impadronisce di noi, al nostro arrivo. Eppure una piccola luce di speranza viaggia con noi grazie alla diocesi di Forli-Bertinoro, alle  persone  e alle associazioni che formano il Coordinamento Diocesano per Wajir e che rappresentiamo in questo viaggio. Il coordinamento è ispirato dalle opere sante di Annalena e guidato dalla memoria di Don Mino. Sono trascorsi tre anni dall'ultima visita a Wajir e i frutti di ciò che è stato realizzato attenuano il senso di impotenza e ci spingono a continuare la nostra testimonianza di fraternità. I pozzi scavati donano acqua a tante famiglie, che ringraziano commosse per il dono ricevuto. Le aule della scuola primaria e dell'asilo parrocchiale ospitano tanti bambini che ora hanno l'opportunità di studiare in un ambiente dignitoso. Il sostegno a distanza rivolto a decine di ragazzi che vivono nel bisogno è la speranza per le loro famiglie, ma soprattutto è l'orgoglio di genitori che vedono davanti ai loro figli un futuro sicuro. L'assistenza portata dalle suore del centro di riabilitazione e dalle scuole - primaria e secondaria - per sordi rappresenta una fondamentale opportunità di emancipazione e crescita personale per centinaia di bambini diversamente abili.


Il progetto di contrasto agli effetti della siccità che ha portato alla distribuzione di venti sistemi di irrigazione ci impressiona per i suoi risultati. Là dove tutto è sabbia riarsa dal sole, compaiono appezzamenti verdi e rigogliosi, dove gli agricoltori possono produrre cibo per le famiglie e per il bestiame. Le distribuzioni di alimenti condotte nel corso di questo lungo periodo di carestia hanno permesso di sopravvivere a tanti indigenti, soprattutto anziani non autosufficienti. La visita alle famiglie dei più poveri che i volontari della parrocchia conducono rappresenta un momento indispensabile di relazione e di incontro.

Abbiamo la sensazione che la strada sia quella giusta. Si è formato un gruppo di lavoro in Italia ed è nato un gruppo di lavoro a Wajir per amministrare e garantire le opere che pensiamo insieme. I problemi sono schiaccianti ma intendiamo camminare insieme a queste persone per alleviare le loro sofferenze all'insegna del volto più luminoso della Carità cristiana, quello che ci hanno mostrato Annalena e Don Mino. 


Mariaserena, Sauro, Michele