Si è investiti immediatamente
dai problemi della gente di Wajir , non è necessario un tempo lungo
per comprenderli. Da anni non piove in maniera significativa,
l'acqua è una risorsa scarsa e quindi molto preziosa. Trovare il
cibo con cui sfamarsi, per la maggioranza somala della popolazione, è
una lotta quotidiana che non sempre viene vinta. Non c'è lavoro e
quindi fonti di reddito. "Ninasukuma maisha" - racconta
Bilai "trascino la vita come posso". L'istruzione è la
strada più efficace per cambiare il corso della vita di sé e della
propria famiglia. Purtroppo il circolo vizioso della povertà la
rende inaccessibile per molti, troppi. Coloro che riescono a trovare
i soldi per frequentare la scuola sono costretti a sedersi sulla
sabbia fissando una lavagna appoggiata ad un albero, perché le
scuole hanno un tragico problema di infrastrutture. L'istruzione
pubblica è scarsa, quella privata è molto costosa. Un enorme numero
di diversamente abili cerca un posto nella società. Questa parte
incredibilmente grande della popolazione è alimentata dalla
malnutrizione delle madri, dalle mutilazioni genitali femminili,
dalla consanguineità.
Gli anziani non
autosufficienti sono una zavorra della quale le famiglie faticano a
farsi carico; per questo molti sono abbandonati a sé stessi, soli a
fare i conti con la propria fame e sete.
La vastità di questi problemi
è schiacciante e una disperata impotenza si impadronisce di noi, al
nostro arrivo. Eppure una piccola luce di speranza viaggia con noi
grazie alla diocesi di Forli-Bertinoro, alle persone e
alle associazioni che formano il Coordinamento Diocesano per Wajir e
che rappresentiamo in questo viaggio. Il coordinamento è ispirato
dalle opere sante di Annalena e guidato dalla memoria di Don Mino.
Sono trascorsi tre anni dall'ultima visita a Wajir e i frutti di ciò
che è stato realizzato attenuano il senso di impotenza e ci spingono
a continuare la nostra testimonianza di fraternità. I pozzi scavati
donano acqua a tante famiglie, che ringraziano commosse per il dono
ricevuto. Le aule della scuola primaria e dell'asilo parrocchiale
ospitano tanti bambini che ora hanno l'opportunità di studiare in un
ambiente dignitoso. Il sostegno a distanza rivolto a decine di
ragazzi che vivono nel bisogno è la speranza per le loro famiglie,
ma soprattutto è l'orgoglio di genitori che vedono davanti ai loro
figli un futuro sicuro. L'assistenza portata dalle suore del centro
di riabilitazione e dalle scuole - primaria e secondaria - per sordi
rappresenta una fondamentale opportunità di emancipazione e crescita
personale per centinaia di bambini diversamente abili.
Il progetto di contrasto agli
effetti della siccità che ha portato alla distribuzione di venti
sistemi di irrigazione ci impressiona per i suoi risultati. Là dove
tutto è sabbia riarsa dal sole, compaiono appezzamenti verdi e
rigogliosi, dove gli agricoltori possono produrre cibo per le
famiglie e per il bestiame. Le distribuzioni di alimenti condotte nel
corso di questo lungo periodo di carestia hanno permesso di
sopravvivere a tanti indigenti, soprattutto anziani non
autosufficienti. La visita alle famiglie dei più poveri che i
volontari della parrocchia conducono rappresenta un momento
indispensabile di relazione e di incontro.
Abbiamo la sensazione che la
strada sia quella giusta. Si è formato un gruppo di lavoro in Italia
ed è nato un gruppo di lavoro a Wajir per amministrare e garantire
le opere che pensiamo insieme. I problemi sono schiaccianti ma
intendiamo camminare insieme a queste persone per alleviare le loro
sofferenze all'insegna del volto più luminoso della Carità
cristiana, quello che ci hanno mostrato Annalena e Don Mino.
Mariaserena, Sauro, Michele