Nel 2011, la Somalia ha vissuto una devastante carestia che ha ucciso oltre un quarto di milione di persone, metà delle quali bambini di età inferiore ai cinque anni. La comunità internazionale non è riuscita ad agire in tempo, nonostante i ripetuti avvertimenti della crisi imminente.
Poco più di un decennio dopo, i leader mondiali agiscono ancora una volta tardi e in misura insufficiente per scongiurare la carestia catastrofica che si è abbattuta in Africa orientale.
L'attuale crisi nel Corno d'Africa va avanti da più di due anni. La siccità indotta dal repentino cambiamento climatico si è abbattuta con una crescente intensità negli ultimi dieci anni.
Eppure, la regione è una delle meno responsabili della crisi climatica, emettendo lo 0,1% delle emissioni globali di carbonio.
Quasi la metà del bestiame nell'Africa orientale è morta. Il numero di persone che affrontano la fame estrema in Etiopia, Kenya e Somalia è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno, da oltre 10 milioni a oltre 23 milioni di oggi.
Questo lunghissimo periodo di siccità è stato interrotto solamente da brevi precipitazioni di entità estrema, scatenando alluvioni che hanno reso ancor più difficile la vita delle persone senza permettere un utilizzo graduale e prolungato dell’acqua.
In Kenya la siccità ha causato un calo del 70% della produzione agricola e 3,5 milioni di persone affrontano una fame acuta. Il conflitto in Ucraina ha peggiorato ulteriormente la situazione, portando i prezzi dei generi alimentari, già in aumento, al livello più alto mai registrato, rendendo il cibo irraggiungibile per milioni di persone.
Il coordinamento diocesano per Wajir mantiene i riflettori accesi su ciò che accade in questa regione, rimanendo aggiornato in tempo reale dalle realtà caritatevoli locali che sostiene da molto tempo. Nella contea di Wajir, nell’estremo nord-est del paese al confine con la Somalia, vivono quasi 800.000 persone, il 94% delle quali vive in povertà estrema. Da alcune settimane riceviamo notizia di bambini ricoverati negli ospedali in grave stato di malnutrizione. Molti di loro purtroppo non ce l’hanno fatta. Il coordinamento diocesano continua ad aiutare la popolazione di Wajir attraverso azioni a breve e medio termine. Siamo impegnati a far fronte alle necessità contingenti di tanti beneficiari che hanno necessità immediata di cibo ed acqua. Attraverso azioni mirate all’incremento delle produzioni agricole e della capacità di stoccaggio di acqua tentiamo inoltre di aumentare la capacità di adattamento della popolazione alla siccità, che è divenuta ormai una condizione costante nel Corno d’Africa.
associazionevolontaria@gmail.com
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