Quando ero al liceo la professoressa di italiano ci mostrò un film che mi colpì molto, tanto da diventare poi uno dei miei film preferiti. Il film, prodotto e in gran parte girato in Macedonia, si intitola "Prima della Pioggia" e vinse il leone d'oro a Venezia nel 1994. Gli eventi che compongono il film sono suddivisi in tre capitoli che si svolgono tra Londra ed i Balcani. Il film ha toni drammatici e racconta vicende legate al conflitto etnico che ha incendiato la ex-Jugoslavia negli anni novanta. Ciò che colpisce lo spettatore attento è che all'interno di ogni episodio sono contenuti dettagli o avvenimenti che precedono e allo stesso tempo succedono gli altri episodi. In questo modo è impossibile costruire una successione lineare degli eventi. Il regista inserisce ad un certo punto del film un "aiuto" rivolto allo spettatore disorientato. È un graffito su un muro che riporta questa scritta: "life is a circle". In effetti i tre episodi sono legati fra loro secondo uno schema circolare e non lineare. Ogni episodio è successivo e precedente agli altri.
Penso spesso a quel film. Alle tragiche vicende raccontate, che in qualche modo ho vissuto durante il servizio in Kosovo, ma soprattutto al messaggio subliminale del regista: "life is a circle".
Tante volte nella vita mi è capitato di ritrovarmi in situazioni già vissute, interpretando un ruolo diverso. Di incontrare persone per le quali si è stati solo comparse nel passato, e di ritrovarmi improvvisamente protagonista della loro vita. Di abbandonare un luogo perché vissuto come opprimente, e poi sceglierlo per affondare le proprie radici.
Porto al collo da qualche anno la sezione di una conchiglia. Il disegno che porta mi ha sempre affascinato. Sembra una spirale, oppure un cerchio che si sviluppa dentro se stesso, all'infinito.
Qualcuno mi ha chiesto cosa significasse e perché fosse importante per me. Ora l'ho capito: "life is a circle".
M. L.
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