I governi dovrebbero imparare a comportarsi in maniera coordinata e condivisa. E’ ormai sotto gli occhi di tutti che siamo sulla stessa barca, e che ciò che accade là ha degli effetti anche qua, e viceversa. A chi di noi fosse tentato di rivolgere la propria rabbia repressa nei confronti della Cina (la quale non è certamente immune da colpe), racconto poi un piccolo aneddoto legato alla peste bovina che vede proprio noi italiani protagonisti del disastro.
Il virus della peste bovina venne introdotto nel 1887 in Africa da coloni italiani, i quali importarono animali infetti in Eritrea. Fu come gettare un cerino acceso in un pagliaio. La malattia si diffuse in Africa orientale e australe, provocando nel 1890 un’epidemia devastante tra gli animali domestici e selvatici. Il virus sterminò più di 5,2 milioni di bovini a sud del Zambesi. Fece strage tra pecore e capre, e decimò le popolazioni selvatiche di bufali, giraffe e gnu. La carestia che ne seguì causò la morte di un terzo della popolazione umana in Etiopia e di due terzi dei Maasai in Tanzania.
Per quegli eventi nessuno prese mai in considerazione alcun risarcimento né scuse, quindi tranquilli, siamo a posto così.
ML
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