domenica 14 settembre 2014

Il Diario di Francesco

Arrivato a Dar es Salaam durante la notte la mia prima impressione è stata quella di una città non troppo diversa dalle nostre, ma molto più grande di Forlì. Con la luce del sole ho potuto constatare che in effetti il centro ospita alti palazzi e grattacieli, la periferia invece è più modesta e non di rado si posso scorgere abitazioni improvvisate con lamiere e muratura in bella vista. Sono rimasto a Dar il tempo necessario per visitare un’isoletta raggiunta in pochi minuti dalla spiaggia vicino al CEFA (ostello ove pernottavo). Dopo due notti a Dar di buona mattina ho preso il bus: dopo sette ore e mezza di viaggio in mezzo a savana e colline sono finalmente arrivato a Iringa, dove una gentile
famiglia italiana mi ha offerto la cena e accompagnato in ostello. Il giorno seguente, dopo 2-3 ore di macchina sono arrivato nella scuola delle suore della consolata; sono stato accolto calorosamente con una lauto e buon pranzo. I giorni seguenti ho avuto modo di conoscere i ragazzi, ogni pomeriggio dopo pranzo era abitudine andare al campo a giocare a palla e qui io insieme ad un altro gruppo di italiani che condivideva con me la “casa degli ospiti” ci divertivamo con gli altri ragazzi tanzaniani. Per la prima metà del mese al mattino solitamente, quando non c’erano mansioni più urgenti (sbucciare piselli per esempio) da sbrigare, insieme a suor Ida andavamo in visita a famiglie che abitavano a Ilamba e dintorni; l’accoglienza di queste famiglie era misera ma sincera. Ci offrivano uno sgabello su cui sedere per ognuno, e se non ce ne erano a sufficienza li prendevano in prestito dalla capanna più vicina. Certamente non mi sono fatto scappare l’occasione di fare il safari, due giorni immerso nel Ruaha National park circondato da tutte quelle bestie che mai nella mia vita mai avrei pensato di
poter vedere dal vivo (non metto foto degli animali perché non saprei quale scegliere). Tornato dalle suore nelle ultime due settimane mi sono dedicato ai lavori che giravano attorno a tutte le necessità della scuola. Insieme a Korneli (uomo che lavora per le suore che ho avuto modo di conoscere e che mi ha invitato a pranzo a casa sua) ho dipinto una scuola materna ed alcuni alloggi delle suore, periodicamente ci occupavamo dell’approvvigionamento d’acqua, ho avuto modo di conoscere il lavoro nei boschi e abbiamo tagliato grosse quantità di legna. La sera stanco dal lavoro del mattino e dei giochi del pomeriggio mi concedevo ore di lettura al calore del camino. Ho avuto modo di conoscere tradizioni e mentalità estranee alle nostre. Le suore che vivono li, testimoniano un impegno costante che ha portato i suoi risultati. La scuola offre posti di lavoro come insegnamento e manodopera e allo stesso tempo un istruzione e una casa al centinaio di ragazzi che vivono li. In un soffio, finita la quarta settimana, a malincuore ho salutato e fatto armi e bagagli.
Tornato a Dar non mi sono fatto perdere l’occasione di visitare Zanzibar.
Sono molto contento di essere partito, e sarò ancora più contento quanto ritornerò!
 
Tanzania 22 luglio - 21 agosto.

Francesco

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