lunedì 9 dicembre 2013

La Sacra di San Michele

Immaginate di essere un devoto cristiano del medioevo od un cavaliere templare e di recarvi in pellegrinaggio verso Gerusalemme. Provenite dal nord della Francia e per raggiungere il medio oriente dovete imbarcarvi a Brindisi, nella punta dello zoccolo italico. Avete appena oltrepassato il maestoso arco alpino, inerpicandovi su irti e insidiosi sentieri montani. Avete il cuore colmo di Fede ma siete provati dalla fatica e dalle privazioni. Imboccata la Valle del fiume Dora  rimanete a bocca aperta. Sulla cima di uno sperone roccioso a picco sulla valle, sfidando le leggi della gravità e la comprensione dell’uomo, si trova la Sacra di San Michele, il luogo dove il vostro spirito ed il vostro corpo troveranno riposo e nuove energie.
Sono trascorsi oltre mille anni, guerre e domini, ma questo edificio continua a suscitare un senso di mistico stupore in tutti coloro che lo avvistano percorrendo la Val di Susa.
La Sacra di San Michele ha subito
varie trasformazioni nel corso della sua storia millenaria, e dobbiamo l’aspetto attuale alla massiccia ristrutturazione che l’antico monastero benedettino subì a partire dal 1836 grazie all’opera dei monaci rosminiani e alle finanze dei Savoia.
La visita della Sacra di San Michele rinfranca lo spirito e induce alla spiritualità: l’imponenza dell’opera umana di fronte alla maestosità delle montagne che la circondano ad anfiteatro porta a ridimensionare tutte i problemi che affliggono l’anima e a ringraziare per lo stupefacente spettacolo che si ha la fortuna di ammirare.
All’interno della chiesa, dopo aver osservato i magnifici affreschi cinque-seicenteschi, un pannello rivela un’informazione straordinaria. La Sacra di San Michele è esattamente equidistante da Mont Saint Michel e da Monte Sant Angelo in Puglia. Non solo. Tutti i principali luoghi di culto dell’Arcangelo Michele, dall’Irlanda alla Galilea, giacciono lungo una linea retta. Sembra che gli architetti medioevali, con i poveri strumenti a loro disposizione, siano riusciti a osservare una precisa geometria, come a costellare lungo tutto il cammino dei pellegrini abbazie e monasteri consacrati all’Arcangelo che sconfisse gli eserciti del Maligno, cosicché i viandanti potessero invocare la sua protezione lungo il loro cammino.

La Sacra di San Michele non è solo un monumento: è il simbolo dello sforzo dell’uomo di elevarsi al di sopra della propria natura, di ascendere verso il cielo, il massimo tentativo di avvicinare il divino.
M.L.

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