domenica 20 ottobre 2013

Tingatinga

Una strada polverosa e sconnessa, clacson e grida, baracche di legno, odore di vernice … dalla descrizione non sembra un luogo attraente, eppure è la meta più famosa di Dar es Salaam. E’ la cooperativa dei pittori di tingatinga, lo stile pittorico più originale d’Africa.
I colori sgargianti e netti, le figure caricaturali e la grande varietà di rappresentazioni contraddistinguono questa corrente artistica che spicca nettamente nel panorama espressivo africano. Quando un turista acquista un tingatinga ha sempre l’impressione di essersi aggiudicato un’opera d’arte, non un souvenir.
Questo stile particolarissimo nasce grazie alla creatività del suo inventore, Edward Saidi Tingatinga. Tingatinga nasce nel 1932 in un piccolo villaggio della Tanzania meridionale presso  una famiglia contadina e povera come tante in Tanzania. Le condizioni disagiate della famiglia non gli consentono di studiare, e dopo
la quarta elementare è costretto a dedicarsi al lavoro dei campi. All’età di 27 anni si reca a cercar fortuna nella capitale. In pochi anni svolge l’attività di giardiniere, fruttivendolo, sarto, canestraio. Nello stesso periodo inizia a decorare muri di case e, dopo dieci anni dal suo arrivo a Dar, inizia a dipingere quadri a olio, che vengono venduti dai famigliari per pochi scellini. L’episodio che cambia per sempre la sua vita accade all’improvviso. Un turista, di cui la storia ignora il nome, acquista un suo dipinto e lo presenta alla National Arts Company, che decide di vendere i suoi quadri dietro congruo compenso. 
L’arte diventa finalmente il suo mestiere e Tingatinga può dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Decide di istruire e coinvolgere alcuni suoi parenti (tra cui il figlio Daudi) nella nuova attività, dapprima chiedendo loro di riprodurre i suoi soggetti, poi di inventarsi uno stile personale. A meno di sei anni dall’inizio della sua carriera di artista, all’età di quarant’anni, Tingatinga perde la vita in un tragico incidente; l’auto sulla quale era passeggero non si ferma ad un posto di blocco della polizia e Tingatinga viene raggiunto da una pallottola. L’amico al volante non possedeva la patente.
Dopo la morte di Tingatinga i suoi apprendisti proseguono a produrre dipinti secondo gli insegnamenti dell’artista e a venderli presso i Morogoro stores.  Nel 1990 viene fondata la Cooperativa dell’Arte Tingatinga, a cui tutti gli artisti aderiscono. Il 10% dei loro guadagni viene devoluto alla Cooperativa per pagare i venditori, i guardiani e le tasse. Successivamente la Cooperativa beneficia della vendita di 600 dipinti alla Cooperazione Svizzera ed investe l’incasso nella realizzazione di una nuova galleria, scuola e punto vendita ai Morogoro Stores.
Nel 2010 un quadro del 1970 di Rajabu Chiwaya, uno dei primi apprendisti di Tingatinga, è stato venduto per la cifra record di 50.000 dollari a Parigi.
Lo stile attuale dei Tingatinga si discosta molto da quello originario, influenzato dal lavoro di artisti creativi o di pittori che si limitano a copiare stili altrui.
In ogni caso quei dipinti in vernice da biciclette realizzati a strati successivi di colore sono divenuti uno dei simboli della Tanzania ed un acquisto obbligato per tutti i turisti.
La vita di Tingatinga ha molte analogie con quella di Simiga (raccontata nel post “un artista incompreso”), un amico pittore conosciuto ad Iringa anche lui morto in giovane età. Entrambi poveri, entrambi talentuosi e innovativi. In effetti l’unica differenza è stato quell’unico episodio determinante per l’affermazione di Tingatinga, che altrimenti avrebbe concluso la propria vita senza mai conoscere la fama. Quanti artisti rivoluzionari che operano nel totale anonimato nei paesi africani non incontreranno la persona che cambierà la loro vita?
M.L. 

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