Nella
settimana di avvicinamento ad un grande evento di Pace come la Marcia della
Pace della Romagna e mentre è in corso un immane atto di violenza, l’attacco
dei terroristi Shaabab ad un centro commerciale di Nairobi, non riesco a non
pensare a chi ogni giorno della propria vita desidera ardentemente l’uno e si
trova costantemente a vivere l’altro.
Nella
nostra società parlare di Pace in molti casi significa dissertare di argomenti astratti
e filosofici, mentre al mondo ci sono persone per cui questo valore ha un
significato ben preciso e concreto. E in questo senso nei nostri cuori la
popolazione di Wajir occupa senz’altro il primo posto. Un popolo duro che si è
scelto leggi severe e che vive in un ambiente ostile. Un popolo che a causa dei
conflitti è ancora costretto a fronteggiare i nemici atavici dell’umanità: la
fame, la carestia, l’analfabetismo e la malattia.
I
conflitti interclanici che da sempre martirizzano le genti somale
non riconoscono confini nazionali, e scuotono il nord del Kenya così come la Somalia. Regolarmente capanne vengono date alle fiamme, nemici vengono assassinati e villaggi vengono devastati. Ad aggravare la situazione è intervenuto poi il terrorismo internazionale per il quale i bianchi sono tutti potenziali ostaggi tramite cui finanziare il proprio fanatismo.
non riconoscono confini nazionali, e scuotono il nord del Kenya così come la Somalia. Regolarmente capanne vengono date alle fiamme, nemici vengono assassinati e villaggi vengono devastati. Ad aggravare la situazione è intervenuto poi il terrorismo internazionale per il quale i bianchi sono tutti potenziali ostaggi tramite cui finanziare il proprio fanatismo.
In
questo micidiale intreccio di violenza e instabilità a pagarne le conseguenze
sono soprattutto i deboli e gli inermi che vivono in quella regione. Gli
operatori umanitari, che da decenni provvedono a fornire servizi essenziali per
la popolazione, sono costretti alla fuga e gli aiuti che hanno sempre garantito
si stanno via via affievolendo.
La
situazione si è talmente cronicizzata che in pochi ricordano quale sia il
significato della Pace. La guerra e la violenza sono lo sfondo della vita di
questa gente, che si sta abituando a lottare per la sopravvivenza senza anelare
a qualcosa di più, a quel qualcosa che dovrebbe essere proprio di ogni
esistenza umana.
E’
solo grazie all’opera di ostinati volontari e religiosi che VolontariA può
proseguire il suo aiuto. Sono diversi anni che non riusciamo a visitare quei
luoghi. Sarebbe troppo pericoloso aggirarsi per Wajir senza una scorta armata,
ma crediamo che operatori di Pace non possano viaggiare vicino alle armi. Siamo
costretti ad “accontentarci” di rendiconti economici, relazioni mensili e
materiale fotografico, ma anche in assenza di un’esperienza diretta non
possiamo sospendere il nostro contributo economico. Non possiamo privare del
nostro sostegno gli amici che ogni giorno lavorano in condizioni di grave
pericolo e tra mille difficoltà. Se loro non si lasciano intimidire non
possiamo certo essere noi quelli che si scoraggiano.
Quando Domenica marceremo
per la Pace loro saranno al nostro fianco per affermare che non abbiamo paura e
che la Pace è un valore per cui siamo disposti a lottare.
1 commento:
God bless all who thinks and supports people of wajir Kenya.
thanks Volontaria Onlus for our generous support to day care centre for grannies wajir kenya
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