Ile
Sainte Marie è un’isola lunga e stretta (quaranta km per appena cinque) situata
a breve distanza dalla costa orientale del Madagascar. E’ il tipico paradiso
tropicale dell’Oceano Indiano, con spiagge coralline e acque cristalline. Non è
un’isola molto conosciuta,essendo
oscurata dalla fama di altre località colonizzate dai villaggi turistici
come Nosy Be. Questo è il motivo per cui Ile Saint Marie rimane un luogo
genuino e dove è ancora possibile stabilire una relazione autentica con la
popolazione locale. Insieme alla sorella minore meridionale, Ile Aux Nattes,
presenta altri motivi di interesse che arricchiscono questa esperienza di
viaggio rendendola molto più che una semplice vacanza di mare.
Se
oggi Ile Sainte Marie è internazionalmente conosciuta solo come meta vacanziera,
nel XVII e XVIII secolo veniva identificata in maniera decisamente meno frivola.
Ile Sainte Marie era conosciuta da tutti come l’isola dei pirati. Pirati veri,
non personaggi di romanzi di appendice.
Pirati con volti e nomi. Il Capitano William Kidd, “Billy una mano” Condon, Robert Culliford, Olivier “La Buse” Levasseur, Thomas Tew…, sono solo alcuni dei celebri pirati che hanno abitato quest’isola e solcato questi mari. La sua posizione geografica l’hanno resa nei secoli la base ideale dove nascondersi e da cui partire all’assalto dei bastimenti commerciali provenienti dall’India, dalla penisola arabica e dall’Europa. I pirati si erano trovati talmente a proprio agio su Ile Saint Marie da sognare la nascita di una Repubblica Pirata con il nome di “Libertalia”. Sull’isola si può visitare il cimitero di alcuni membri delle ciurme pirata, le cui tombe recano singolari epitaffi e lapidi con teschi ed ossa incrociate.
Pirati con volti e nomi. Il Capitano William Kidd, “Billy una mano” Condon, Robert Culliford, Olivier “La Buse” Levasseur, Thomas Tew…, sono solo alcuni dei celebri pirati che hanno abitato quest’isola e solcato questi mari. La sua posizione geografica l’hanno resa nei secoli la base ideale dove nascondersi e da cui partire all’assalto dei bastimenti commerciali provenienti dall’India, dalla penisola arabica e dall’Europa. I pirati si erano trovati talmente a proprio agio su Ile Saint Marie da sognare la nascita di una Repubblica Pirata con il nome di “Libertalia”. Sull’isola si può visitare il cimitero di alcuni membri delle ciurme pirata, le cui tombe recano singolari epitaffi e lapidi con teschi ed ossa incrociate.
Fino a pochi
anni fa tutto questo sembrava frutto della fantasia degli isolani ed un astuto
espediente per attirare turisti. Nel 2011 il noto scopritore di relitti di navi
pirata Barry Clifford, attirato da una serie di foto satellitari che
evidenziavano quelle che secondo lui potevano essere cumuli di pietre di
zavorra depositate sul fondo del mare adiacente ad Ile Saint Marie, ha
intrapreso una spedizione di ricerca insieme ad una equipe di esperti di varie
discipline per verificare la sua ipotesi. Nel corso dei quindici giorni
concessi dal governo malgascio il gruppo di ricercatori ha rinvenuto i relitti
di ben tre galeoni pirata insieme alle prove della natura di questi vascelli
come cannoni, monete d’oro, ceramiche cinesi di grande valore, fiches da gioco,
ecc. Inoltre sull’isola le squadre di geologi hanno rilevato la presenza di
tunnel e fortificazioni che dovevano appartenere ad una roccaforte eretta a
protezione dell’insediamento pirata. Nel romanzo "Il ritorno del pirata" James Nelson racconta le gesta di alcuni pirati, ambientando la vicenda proprio a l'Ile St Marie.
Una
delle principali attrazioni di Ile Saint Marie sono le balene, o più
precisamente le megattere. Le megattere compiono lunghissime migrazioni dai
luoghi dove trovano il loro nutrimento, i minuscoli crostacei che compongono il
krill, a quelli dove si svolge il loro rituale riproduttivo. Questi cetacei
“dalle grandi ali” (la traduzione dal greco di megattera, con riferimento alle
lunghe pinne pettorali) infatti ogni anno intraprendono il lungo viaggio che li
porta dalle regioni antartiche fino alle calde acque tropicali, che in inverno
(da Luglio a Settembre) rappresentano il luogo ideale per gli accoppiamenti e i
parti.
In questi mesi gli adulti non possono alimentarsi, mancando la loro
fonte di cibo primaria, e le femmine, impegnate nell’allattamento, perdono gran
parte del loro peso. Le megattere sono famose per due aspetti. Il primo è il
complesso e articolato canto prodotto dai maschi, che ancora oggi è oggetto di
studi. Il secondo sono le incredibili evoluzioni che questi animali di trenta
tonnellate eseguono fuori dall’acqua, fino addirittura a saltare fuori dalla superficie per tutta la lunghezza del loro corpo. Uno dei luoghi privilegiati
per osservare questi animali è il canale di mare tra Ile Saint Marie e la costa
orientale del Madagascar, le cui acque calme e calde sono il luogo ideale per
la nascita delle giovani megattere e per i loro accoppiamenti.
Le lunghe spiagge deserte,
un mare trasparente pullulante di vita, foreste che ospitano la fauna straordinaria
del Madagascar come camaleonti e lemuri ed
una popolazione accogliente e cordiale sono gli ingredienti per rendere magica la
permanenza sull’isola che in passato ha minacciato tutto l’Oceano Indiano
e che tuttora rimane il rifugio sicuro per i grandi cetacei.
ML
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