Abdu Jeylani Marshale era un comico radiofonico
molto conosciuto in Somalia. E’ stato ucciso il 6 agosto mentre tornava a casa,
giustiziato con un colpo alla nuca ed uno al torace.
Ahmed Ado Anshur era il conduttore di un talk
show serale molto popolare. E’ caduto in un agguato di miliziani mentre si
recava al lavoro, nella sede della radio a Mogadiscio.
Questi in ordine cronologico sono gli ultimi due
operatori di Radio Shabelle a trovare la morte a causa del loro lavoro.
Da quando Radio Shabelle è stata fondata, nel
2002, dieci suoi collaboratori sono stati barbaramente uccisi. Tra questi anche
due suoi direttori hanno perso la vita.
I motivi, se mai un omicidio può trovare una
giustificazione, sono il dissenso verso le milizie fondamentaliste di Al
Shaabab o le critiche che vengono rivolte al governo di transizione, colpevole
di corruzione e appropriazione degli aiuti umanitari che abbondanti giungono in
Somalia.
http://www.repubblica.it/esteri/2012/02/05/foto/radio_shabelle_voci_dalla_paura-29385251/1/
|
Radio Shabelle è l’ultima voce dell’informazione
libera rimasta in Somalia, e come tale viene continuamente sottoposta a
minacce, attentati e ritorsioni.
Il suo ruolo essenziale di emittente di servizio
verso il popolo somalo si palesa di giorno in giorno come quando, durante la
carestia dello scorso anno, Radio Shabelle informò costantemente le centinaia
di migliaia di persone colpite sulle strategie migliori per sopravvivere al cataclisma.
Repubblica, attraverso la sua rubrica MondoSolidale, mantiene una finestra aperta sui fatti che la riguardano. Per chi
fosse interessato a conoscere gli ultimi sviluppi sul conflitto somalo, il sito
di Radio Shabelle è la fonte migliore cui rivolgersi.
La storia di Radio Shabelle ricorda da vicino la
vicenda di Jean Leopold Dominique, fondatore di Radio Haiti-Inter, unica radio
libera sotto il regime dei dittatori haitiani Duvalier e Aristide. I
collaboratori di questa radio furono sottoposti a numerosi attacchi che
culminarono nell’assassinio di Dominique. Il documentario “The Agronomist”,
diretto da Jonathan Demme, racconta
proprio la storia di Dominique e della sua radio Haiti-Inter.
In realtà, riflettendo meglio, queste storie non sono gli unici casi di persone uccise per difendere la verità e la libertà. Sono moltissimi al contrario i casi di questi eroi moderni, il cui esempio non può venire dimenticato. Deve anzi rappresentare uno stimolo per contaminare costantemente la nostra esistenza con le stesse loro aspirazioni, perseguendo con decisione i valori per cui sono morti.
M.L.
Nessun commento:
Posta un commento