Rumba, al secolo Umberto Fusaroli Casadei, è stato per qualcuno un eroe della resistenza antifascista, per altri un volgare assassino. Sicuramente è stato un personaggio di spicco di una fase storica molto turbolenta, in Italia ed in Africa.
Umberto nasce a Bertinoro il 25 marzo 1927. Il 1° Maggio 1944, durante l’eccidio di Bertinoro, i fascisti uccidono il padre Antonio, lo zio Gaetano ed il cugino. Umberto ha solo 17 anni. Questi tragici fatti rafforzano in lui i sentimenti partigiani, che già lo avevano indotto ad aderire alla Brigata Garibaldi Romagnola e successivamente alla 29esima GAP. Umberto diventa presto un feroce antifascista. In un’intervista del 2001, afferma di aver ucciso centinaia di fascisti sia prima che dopo la guerra, sentendosi orgoglioso per aver svolto così bene il suo dovere di partigiano. Queste esternazioni provocano una reazione violenta alcuni mesi dopo quando, un pacco bomba a lui indirizzato, scoppia presso gli uffici postali di Forlì ferendo due addetti in modo fortunatamente non grave. Negli anni ’70 si trasferisce con la moglie Marisa in Africa, per prendere parte ai movimenti rivoluzionari che animano il continente nero in quegli anni.
A Dar es Salaam, dove gestisce un ristorante, conosce un uomo che cambia radicalmente la sua vita. L’uomo si chiama Samora Machel, è il leader della guerriglia mozambicana e diventerà il presidente del Mozambico. Fra i due la sintonia è immediata e Umberto si unisce ben presto alla lotta per l’indipendenza dello stato africano stringendo così un’intima amicizia con il futuro presidente.
Umberto nasce a Bertinoro il 25 marzo 1927. Il 1° Maggio 1944, durante l’eccidio di Bertinoro, i fascisti uccidono il padre Antonio, lo zio Gaetano ed il cugino. Umberto ha solo 17 anni. Questi tragici fatti rafforzano in lui i sentimenti partigiani, che già lo avevano indotto ad aderire alla Brigata Garibaldi Romagnola e successivamente alla 29esima GAP. Umberto diventa presto un feroce antifascista. In un’intervista del 2001, afferma di aver ucciso centinaia di fascisti sia prima che dopo la guerra, sentendosi orgoglioso per aver svolto così bene il suo dovere di partigiano. Queste esternazioni provocano una reazione violenta alcuni mesi dopo quando, un pacco bomba a lui indirizzato, scoppia presso gli uffici postali di Forlì ferendo due addetti in modo fortunatamente non grave. Negli anni ’70 si trasferisce con la moglie Marisa in Africa, per prendere parte ai movimenti rivoluzionari che animano il continente nero in quegli anni.
A Dar es Salaam, dove gestisce un ristorante, conosce un uomo che cambia radicalmente la sua vita. L’uomo si chiama Samora Machel, è il leader della guerriglia mozambicana e diventerà il presidente del Mozambico. Fra i due la sintonia è immediata e Umberto si unisce ben presto alla lotta per l’indipendenza dello stato africano stringendo così un’intima amicizia con il futuro presidente.
Dopo la proclamazione dell’indipendenza Umberto rimane in Mozambico al fianco del presidente e nella capitale, Maputo, decide di aprire un altro ristorante, attività che gli permette di vivere dignitosamente.
Nel 1985 viene contattato dai servizi segreti sudafricani che gli propongono, a fronte di un cospicuo compenso mensile, di sorvegliare il presidente e di riferire loro le sue mosse. Umberto è fedele a Samora e decide di svelargli il retroscena. Insieme si accordano perché Umberto accetti l’offerta, iniziando però a fare il doppio gioco iniziando a lavorare per il Sud Africa ma a vantaggio del Presidente del Mozambico. E’ così che viene a conoscenza di un imminente attentato alla vita di Samora, con la complicità di importanti esponenti mozambicani. Purtroppo non riesce a sventarlo ed il 19 ottobre 1986 l’aereo presidenziale precipita misteriosamente in un’area remota del Mozambico. Umberto diventa il testimone di un episodio storico che non è mai stato chiarito ma che nella ricostruzione del bertinorese acquista perfettamente una logica e dei responsabili.
Tutti questi fatti sono raccontati nel libro “Africa-reportages” del giornalista Pietro Veronese, il quale attribuisce a Umberto Fusaroli Casadei un ruolo chiave per ricomporre i tasselli più recenti della storia del Mozambico.
Gli anni seguenti il Mozambico precipita in una spirale di corruzione e criminalità a cui Umberto si ribella, rischiando per ben due volte la vita in altrettanti tentativi di omicidio.
A fine anni ’80 rientra in Italia, nella sua Bertinoro.
Dopo essere sopravvissuto alla seconda guerra mondiale ed alla lotta partigiana, alla guerriglia nelle foreste del Mozambico , agli attentati perpetrati da nemici africani e italiani, il 19 settembre 2007, all’età di 81 anni, Rumba si spegne all’ospedale di Forlì, vittima di un banale incidente d’auto avvenuto alle pendici delle colline di Bertinoro, in località Magliano.
M.L.
2 commenti:
Post interessante.Ti segnalo un'inesattezza biografica, non è il 19 settembre del 1981, ma del 2007.
Grazie, Corretto!
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