Mi
sono sempre chiesto come mai le opere di Amedeo Modigliani suscitassero in me
un fascino così potente. L’esibizione “il Mistico Profano” dedicata a
Modigliani tenuta nel 2010 al Museo d’Arte Moderna di Gallarate ha
chiarito definitivamente questo mio quesito.
Tutto ebbe inizio nel 1897 a Bruxelles quando, all’interno dell’Esposizione Internazionale, fu dedicato ampio spazio ad alcuni reperti del museo coloniale di Tervuren appartenente a Leopoldo II. Tali reperti erano stati, per così dire, prelevati dal tirannico monarca nel corso del suo esperimento di possesso privato ed esclusivo di uno stato, il Congo belga.
Tutto ebbe inizio nel 1897 a Bruxelles quando, all’interno dell’Esposizione Internazionale, fu dedicato ampio spazio ad alcuni reperti del museo coloniale di Tervuren appartenente a Leopoldo II. Tali reperti erano stati, per così dire, prelevati dal tirannico monarca nel corso del suo esperimento di possesso privato ed esclusivo di uno stato, il Congo belga.
La
sezione africana dell’esposizione internazionale ebbe immediatamente una
fortissima eco nel panorama artistico mondiale. A venirne colpito fu
soprattutto il centro dei principali movimenti artistici dell’epoca, Parigi. Il
primo artista documentato a manifestare il suo interesse verso l’art nègre fu Maurice de Vlaminck, nel
1905. Da questo momento in poi questa tendenza si diffuse tra tutti i
principali artisti presenti all’epoca a Parigi, da Picasso a Matisse. Il
Primitivismo, e cioè l’adozione di alcuni dei canoni che contraddistinguono
l’are africana ed in particolare maschere e sculture lignee, pose così le basi per due movimenti che
nacquero proprio in quel periodo, il Cubismo ed il Fauvismo.
In
quegli anni Modigliani stava vivendo la sua parentesi da scultore e stava
lavorando a stretto contatto con lo scultore rumeno Constantin Brânçusi, il quale aveva sposato con entusiasmo i
principi del Primitivismo.
L’ art nègre insegnò ai principali
esponenti della storia dell’arte occidentale una straordinaria capacità di
sintesi formale, la semplificazione delle figure, ed un’espressività immediata
Questa
influenza è molto evidente nei lavori di Modigliani scultore, ed è innegabile
che questa fase influenzò in maniera determinante il processo di
maturazione che lo portò, dal 1915
in poi, ad acquisire quel proprio e inimitabile stile
che tutti sappiamo riconoscere nei suoi meravigliosi ritratti.
La
riduzione dei tratti e delle caratteristiche dell’immagine conduce Modigliani a
eliminare tutto ciò che di superfluo esiste in un volto selezionandone gli
aspetti essenziali. L’uso numericamente moderato di colori ma la loro
applicazione al massimo dell’intensità possibile conferisce un aspetto quasi
“digitale” alle sue figure, esaltandone nitidezza e chiarezza espressiva.
La
mia attrazione nei confronti dei dipinti di Modigliani è se possibile ancora
lievitata da quando ho scoperto che, seppur attraverso un percorso tortuoso,
essi trovano ispirazione nelle culture che abitano le foreste dell’Africa
Centrale.
M.L.
4 commenti:
Non ho capito nulla
Molto utile, grazie. Userò il contenuto per la mia tesina!
Nemmeno io
La burla
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