Il brano che segue è tratto dalla nota introduttiva del libro "Viaggi e altri viaggi" di Antonio Tabucchi. E' uan riflessione molto profonda sul viaggio e come tale merita di essere letta con attenzione.
[...] Ma, a conti fatti, ho viaggiato molto, lo ammetto; ho visitato e ho vissuto in molti altrove. E lo sento come un grande privilegio, perche posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che quella terra ci appartenga, come se essa non fosse in prestito, come tutto è in prestito nella vita. Costantino Kavafis lo ha detto in una straordinaria poesia intitolata Itaca: il viaggio trova senso solo in se stesso, nell'essere viaggio. E questo è un grande insegnamento se ne sappiamo cogliere il vero significato: è come la nostra esistenza, il cui senso principale è quello di essere vissuta.
Rileggo questi viaggi che in qualche modo sono le tessere del Viaggio che ho fatto finora. Alcuni mi suscitano allegria, altri nostalgia, altri ancora rimpianto. Molti portano bei ricordi: furono (continuano ad essere nella memoria) viaggi molto belli. Ma forse mancano i viaggi più straordinari. Sono quelli che non ho mai fatto, quelli che non potrò mai fare. Restano non scritti, o chiusi in un loro segreto alfabeto sotto le palpebre, la sera. Poi arriva il sonno e si salpa.
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