Occorre completare il discorso iniziato con il post precedente. Esiste una seconda categoria di viaggio, a me del tutto estranea, caratterizzata dal confronto tra l'uomo e la natura. Si tratta della ricerca del limite umano, condotta allo scopo di misurare se stessi in condizioni di estrema difficoltà e pericolo.
Non possedendo uno spirito che aneli a questo genere di esperienza, mi affido alle parole di Ambrogio Fogar, esploratore e avventuriero che ha dedicato tutta la sua vita alla ricerca del limite estremo. Dopo innumerevoli imprese, tra le quali la circumnavigazione del globo, la conquista del Polo Nord a piedi e diverse Parigi-Dakar, all'età di 51 anni rimane vittima di un incidente con il suo fuoristrada da cui esce paralizzato e costretto alla sedia a rotelle. Questo tragico avvenimento non interrompe la sua sete d'avventura, e nel corso di una delle ultime imprese della sua vita scrive le righe che seguono.
Se sei pronto ad affrontare le pene dell'inferno, a piangere di rabbia, di fatica e di paura.
Se sei pronto ad afferrare con i denti e le unghie la vita che il mare sembra strapparti.
Se sei pronto a non dormire e a non mangiare per qualche giorno e a stare fuori al timone della tua barca sotto frangenti che periodicamente la spazzano facendoti vivere costantemente fradicio perché il pilota automatico è in avaria.
Se sei pronto a controllare i tuoi nervi quando di notte l'urlo del vento e le muraglie di acqua aggrediscono la tua barca.
Ecco, se sei pronto a tutto questo, allora parti amico mio.
Se sei pronto a sopportare il peso di un cielo grandiosamente bello, che ogni sera cambia colori soltanto per te e ti offre rosa e azzurri inimmaginabili e il fuoco e l'oro del sole schiacciato all'orizzonte da gigantesche nuvole nere piene.
Se sei pronto ad apprezzare il suono del vento nelle vele, il canto dei delfini, l'immobilità apparente dei gabbiani stampati nel cielo.
Se sei pronto a lasciarti trapassare l'anima da un cielo stellato.
Se sei pronto a rimpiangere di non poter condividere con il tuo amore questa enorme bellezza.
Ecco, se sei pronto a tutto questo, allora parti amico mio.
Non dimenticare però che esiste una legge che non si può aggirare: puoi lasciare ogni tipo di bagaglio sul molo prima di partire, ma non puoi lasciare te stesso.
Ecco se sei pronto a tutto questo, vai, amico mio, e torna per raccontare.
M.L.
Se sei pronto ad affrontare le pene dell'inferno, a piangere di rabbia, di fatica e di paura.
Se sei pronto ad afferrare con i denti e le unghie la vita che il mare sembra strapparti.
Se sei pronto a non dormire e a non mangiare per qualche giorno e a stare fuori al timone della tua barca sotto frangenti che periodicamente la spazzano facendoti vivere costantemente fradicio perché il pilota automatico è in avaria.
Se sei pronto a controllare i tuoi nervi quando di notte l'urlo del vento e le muraglie di acqua aggrediscono la tua barca.
Ecco, se sei pronto a tutto questo, allora parti amico mio.
Se sei pronto a sopportare il peso di un cielo grandiosamente bello, che ogni sera cambia colori soltanto per te e ti offre rosa e azzurri inimmaginabili e il fuoco e l'oro del sole schiacciato all'orizzonte da gigantesche nuvole nere piene.
Se sei pronto ad apprezzare il suono del vento nelle vele, il canto dei delfini, l'immobilità apparente dei gabbiani stampati nel cielo.
Se sei pronto a lasciarti trapassare l'anima da un cielo stellato.
Se sei pronto a rimpiangere di non poter condividere con il tuo amore questa enorme bellezza.
Ecco, se sei pronto a tutto questo, allora parti amico mio.
Non dimenticare però che esiste una legge che non si può aggirare: puoi lasciare ogni tipo di bagaglio sul molo prima di partire, ma non puoi lasciare te stesso.
Ecco se sei pronto a tutto questo, vai, amico mio, e torna per raccontare.
M.L.
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