La visita alla Riserva Nazionale di Samburu, situata nel Kenya settentrionale, risale al Settembre 2006. Samburu è un parco molto affascinante, estremamente arido ad eccezione di una fascia di vegetazione lussureggiante prossima al fiume Ewaso Ngiro. Le ragioni che ci spinsero a dirigersi verso questa meta (piuttosto lontana e scomoda da raggiungere) furono la possibilità di avvistare cinque specie di animali assolutamente uniche (gerenuk, giraffa reticolata, zebra di Grevy, orice e faraona somala) e la certezza di fotografare il leopardo (il parco è piccolo è i leopardi qui sono meno schivi).
Le nostre aspettative furono ampiamente premiate, ma il ricordo che si impresse nella maniera più nitida fu relativo ad un episodio che ebbe come protagonisti i babbuini che affollano i campi tendati riservati ai turisti.
La presenza dei babbuini intorno al bivacco in cui ci sistemammo fu fin da principio molto invadente. Ogni pasto veniva preceduto ed accompagnato da scorribande da parte dei più temerari. Vi garantisco che non è piacevole ricevere, nel corso della colazione, la visita di un animale di
Il risultato fu che un membro dell'equipe che ci accompagnava dovette essere impiegato a proteggere la cucina e la tavola da sgradite invasioni, con risultati, per la verità, piuttosto scarsi. Questi pericoli sussistevano nel corso della mattina e delle prime ore pomeridiane. Con l'avanzare del pomeriggio i babbuini sospendevano l'assedio scomparendo completamente, per poi ripresentarsi il mattino successivo. Questo comportamento è collegato all'esigenza di difendersi dagli attacchi notturni dei predatori, cosa che riesce più semplice radunando il branco in un luogo riparato e facilmente sorvegliabile.
L'episodio che tanto ci colpì si verificò con l'arrivo al nostro campo di una folta comitiva di turisti americani.
La comitiva arrivò circa a mezzogiorno e si sistemò rumorosamente in riva al fiume nei pressi dei servizi igienici del nostro campo tendato. Il mio gruppo si trovava in quella zona per osservare curiosi cercopitechi ed alcuni buceri particolarmente inclini a posare per le nostre macchine fotografiche, e ricevemmo i neo arrivati con freddezza, consci che la tranquillità era ufficialmente terminata. Mentre gli americani iniziarono a consumare il proprio pasto placidamente seduti in riva al fiume, notai che i babbuini si stavano avvicinando con sempre maggior interesse. Già immaginavo l'epilogo, ma questa volta i babbuini cambiarono tattica. Il più grosso del branco prese in mano una pietra e corse verso un albero. Gettò la pietra dentro una cavità della pianta e poi se la diede a gambe in gran fretta. Immediatamente dalla pianta si levò un enorme sciame di api che si avventò sui bersagli più immediati, ossia gli sventurati americani. Questi ultimi, in preda al panico, abbandonarono il loro pasto agitando le braccia per allontanare le api nel vano tentativo di evitare le punture. Due membri del mio gruppo, già punti decine di volte, furono costretti, essendo la strada delle tende sbarrata dallo sciame, a rifugiarsi all'interno dei servizi e ad attivare le docce per difendersi dall'ira delle api. Chi tentava di avvicinarsi per recuperare gli oggetti personali veniva immediatamente respinto dalla furia degli insetti.
Una volta che tutti i rappresentanti della specie umana ebbero abbandonato la scena, i babbuini si avventarono sui pasti abbandonati e presero a consumarli tranquillamente sul posto, del tutto indifferenti alle api, probabilmente grazie allo folta peluria di cui sono provvisti questi primati. Tutto il succedersi degli eventi era stato evidentemente calcolato in precedenza ed eseguito con premeditazione, e sicuramente applicato già in altre circostanze.
Purtroppo il nostro veicolo era rimasto aperto proprio in prossimità del fiume per essere lavato. Dopo il pasto fu quindi il turno del mezzo, in cui i babbuini entrarono trasformando ogni oggetto che trovavano in gioco, devastando poi gli interni ed i sedili.
Quando lo sciame delle api placò la sua ira e decise che vendetta era compiuta, tornò nella cavità dell'albero. I babbuini, persa la protezione delle api, si allontanarono di conseguenza. E agli umani non rimase che raccogliere ciò che restava del bivacco, pulire l'auto da escrementi e detriti vari, medicare i feriti e recuperare i due sventurati che si erano rifugiati sotto la doccia.
Astuti babbuini!
M.L.
Nessun commento:
Posta un commento